Maggio da record per i mercati

Maggio è stato un mese eccezionale per i mercati azionari globali. Dopo le turbolenze registrate ad aprile, i principali indici hanno ripreso con decisione il trend rialzista.
Negli Stati Uniti, l’S&P 500 ha guadagnato il 6,15%, il miglior risultato mensile dalla fine del 2023, mentre il Nasdaq, più esposto al settore tecnologico, è salito di circa il 9,6%.
Anche in Europa la performance è stata solida, con un +4% per l’EuroStoxx 50 e un +6,5% per l’IBEX 35. La domanda che molti si pongono è: cosa è cambiato? 

Senza dubbio, la tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina ha rappresentato la spinta decisiva. Dopo mesi di escalation tariffaria e messaggi contrastanti, l’accordo raggiunto a maggio ha restituito un po’ di visibilità al commercio internazionale, almeno temporaneamente. Sebbene i dazi non siano stati eliminati, il fatto di avere una finestra di 90 giorni senza nuove misure punitive è bastato a ridurre i timori di interruzioni immediate nelle catene di fornitura. Questo sollievo si è riflesso subito nei settori più sensibili al commercio globale, come la tecnologia, l’industria e i semiconduttori.

In questo contesto, un altro elemento chiave è stata la pubblicazione dei risultati di Nvidia, che non solo ha superato ampiamente le previsioni degli analisti nel primo trimestre, ma ha anche rafforzato il racconto di una crescita strutturale legata all’intelligenza artificiale. La reazione del mercato è stata immediata, trascinando verso l’alto l’intero settore tecnologico e riaccendendo l’interesse per gli asset di crescita.

Il terzo tassello del puzzle arriva dal fronte macroeconomico. Nonostante le incertezze rimaste da aprile, i dati statunitensi hanno mostrato un’economia resiliente: i consumi restano solidi, l’inflazione continua a moderarsi e gli indicatori anticipatori, come la fiducia dei consumatori, sono migliorati rispetto ai minimi precedenti. Anche se alcuni segmenti del mercato del lavoro mostrano segnali di raffreddamento, non ci sono ancora prove convincenti di un rallentamento economico generalizzato. E questo, in un contesto dove la crescita era l’incognita principale, ha rappresentato un sostegno fondamentale per il rimbalzo dei mercati.

Infine, la stagione degli utili del primo trimestre ha superato ampiamente le aspettative. Non solo le stime sugli utili per azione sono state superate, ma molte aziende sono riuscite a difendere i margini nonostante l’elevato livello dei costi. A dispetto delle preoccupazioni iniziali, il bilancio finale è stato positivo, contribuendo a rafforzare l’idea che, almeno per ora, il ciclo economico aziendale regge.
Ora però, con la chiusura del mese di maggio, l’attenzione del mercato si sposta sul futuro. E qui il movimento rialzista si trova di fronte a diversi ostacoli.

Innanzitutto, la risalita è stata molto rapida. Dai minimi di aprile, gli indici globali sono saliti di oltre il 20%, spesso senza un vero miglioramento delle aspettative sui profitti o sulla crescita economica. Il rimbalzo dei mercati si è basato, in buona parte, sull’aver evitato — almeno per ora — gli scenari potenzialmente più negativi, ma non sulla loro eliminazione definitiva.

In questo senso, il contesto resta complesso. La tregua commerciale con la Cina è solo temporanea, e il quadro giuridico che sostiene parte dei dazi statunitensi è attualmente sotto esame. La sentenza del Tribunale del Commercio Internazionale, che ha invalidato i dazi reciproci imposti dall’amministrazione Trump, è stata sospesa, ma l’incertezza legale rimane. Ciò introduce un elemento di volatilità regolatoria che limita la visibilità per le imprese.

A questo si aggiunge una rinnovata attenzione al rischio fiscale, soprattutto negli Stati Uniti. Il piano fiscale presentato dalla nuova amministrazione, che prevede tagli alle tasse non interamente compensati da riduzioni della spesa, ha alimentato i timori sulla sostenibilità del debito pubblico americano. Tensioni simili sono evidenti anche in Giappone, e contribuiscono a rendere lo scenario ancora più complesso. Se la pressione sui rendimenti obbligazionari dovesse continuare, potrebbe pesare sulle attuali valutazioni e frenare la domanda di asset più rischiosi.

Infine, da un punto di vista tecnico e stagionale, i mesi estivi tendono a essere caratterizzati da rendimenti più modesti e maggiore volatilità. Con i mercati vicini ai massimi storici e in assenza di nuovi catalizzatori, giugno potrebbe rivelarsi un mese più incerto.

In sintesi: maggio è stato un mese brillante per i mercati azionari, trainato da una tregua commerciale, buoni risultati aziendali e una situazione macroeconomica più solida del previsto. Tuttavia, la prosecuzione del rialzo dipenderà dall’arrivo di nuovi catalizzatori fondamentali, come una riduzione dei rischi economici, fiscali e commerciali, oppure da nuovi stimoli economici. In assenza di questi elementi, cresce il rischio di una correzione o di una fase di consolidamento.