Mercati finanziari robusti, ma sempre più vulnerabili
21 luglio 2025
I mercati finanziari hanno mostrato una notevole resilienza di fronte alle crescenti tensioni commerciali, trainati principalmente dalla continua forza dell’economia statunitense. Negli Stati Uniti, gli ultimi dati economici riflettono un solido andamento dei consumi interni, evidenziando un aumento mensile dello 0,6% nelle vendite al dettaglio a giugno, che ha permesso di compensare parzialmente le perdite registrate a maggio. Inoltre, i risultati aziendali del secondo trimestre hanno ampiamente superato le aspettative iniziali, contribuendo a mantenere una prospettiva ottimista nel breve termine.
Tuttavia, iniziano a manifestarsi in modo evidente gli effetti negativi delle politiche tariffarie sull'inflazione statunitense, in particolare sull'indice dei prezzi al consumo (CPI), che ha registrato un aumento mensile dello 0,3% – il più significativo degli ultimi due anni – preannunciando possibili rialzi ancora maggiori nei mesi a venire
Per quanto riguarda lo scenario commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, la situazione attuale è particolarmente delicata e incerta. Recentemente, il governo statunitense ha deciso di respingere un accordo preliminare che prevedeva tariffe del 10% con esenzioni specifiche per alcuni prodotti strategici, optando invece per l’introduzione di nuove tariffe del 30%, in vigore dal 1° agosto. Questa decisione ha generato grande preoccupazione e tensione nell’UE, che sta già preparando potenziali contromisure. In risposta, la Commissione Europea ha stilato una lista dettagliata di prodotti statunitensi per un valore di circa 72 miliardi di euro, potenzialmente soggetti a tariffe aggiuntive. Questo scambio di misure potrebbe sfociare in un’escalation commerciale con impatti significativi sull’economia europea.
Di fronte a queste circostanze avverse, è probabile che la Banca Centrale Europea si trovi costretta a ridurre ulteriormente il costo del denaro nella riunione prevista tra settembre e ottobre, con una concreta possibilità di mantenere una politica monetaria espansiva almeno fino al primo trimestre del 2026.
La prossima settimana sarà caratterizzata da importanti eventi economici, politici e aziendali che potrebbero influenzare i mercati. Sul fronte societario, sono attesi i risultati trimestrali di aziende di rilievo come Alphabet, Tesla e Deutsche Bank, una delle principali istituzioni finanziarie europee. Questi risultati offriranno indicazioni sulla salute finanziaria di settori chiave come tecnologia, automotive e bancario.
In ambito di politica monetaria, la BCE annuncerà la sua decisione sui tassi d’interesse. Anche se il mercato non prevede novità rilevanti, gli operatori saranno attenti a qualsiasi segnale su futuri aggiustamenti, soprattutto alla luce delle persistenti pressioni inflazionistiche nell’area euro e del possibile impatto del conflitto tariffario. Anche il governatore della Banca d’Inghilterra interverrà con una testimonianza che potrebbe rivelare le prospettive sulle future decisioni monetarie nel Regno Unito.
Sul piano politico e diplomatico, si terrà il vertice Unione Europea–Cina, un evento cruciale per le relazioni commerciali e geopolitiche tra i due blocchi economici. Inoltre, il presidente statunitense Donald Trump visiterà la Scozia, evento che potrebbe attirare notevole attenzione mediatica e politica. In parallelo, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti si recherà in Giappone per discutere principalmente di dazi e commercio internazionale, con possibili effetti sulle relazioni commerciali bilaterali.
Infine, verranno pubblicati importanti dati economici. La Cina annuncerà i tassi preferenziali sui prestiti, un indicatore chiave della politica monetaria e della situazione del credito nel Paese. Negli Stati Uniti verranno resi noti diversi indicatori anticipatori, come i PMI e il leading index, che offriranno segnali sull’andamento futuro dell’economia statunitense. In Europa, la fiducia dei consumatori e gli indici PMI di Germania, Francia e dell’area euro forniranno una visione d’insieme sulla solidità dei consumi e sulle aspettative economiche nella regione.
L’attuale dinamica di mercato sembra in grado di continuare a spingere al rialzo i principali indici azionari, anche in assenza di fondamenta economiche solide a sostegno. Tuttavia, osserviamo con crescente preoccupazione l’apparente compiacenza degli investitori di fronte a una fragilità latente che potrebbe manifestarsi in qualsiasi momento
Sebbene persista la convinzione che le misure più aggressive del presidente Trump saranno ritirate prima di causare danni economici sostanziali, l’intensificarsi della sua retorica aumenta in modo significativo il rischio di eventi imprevisti.
Alla luce di questa realtà, raccomandiamo un approccio cauto e profondamente diversificato. Non riteniamo necessario cedere ad allarmismi, ma è fondamentale riconoscere in modo chiaro e oggettivo i rischi latenti: tensioni politiche elevate, crescente frammentazione del commercio internazionale, incertezza macroeconomica globale e una minore disponibilità della Federal Reserve a fornire ulteriore supporto monetario.
Anche se gli asset rischiosi potrebbero continuare a salire spinti dal cosiddetto “climbing the wall of worry”, la possibilità di episodi di volatilità e turbolenza rimane concreta. Per questo, ribadiamo che disciplina, selettività e diversificazione saranno i nostri strumenti principali per affrontare questa fase del ciclo economico.